IL SEGRETARIO GENERALE DELLA CONF.I.L. A TOKYO

Nell’incantevole scenario di Tokyo, il Segretario Generale della Confederazione Italiana Lavoratori (Conf.I.L.), il dott. Luigi Minoia, ha recentemente incontrato l’Ambasciatore Italiano a Tokyo, il distinto dott. Benedetti, nel contesto del programma “Business or Pleasure? Puglia”. Questo incontro mira a sottolineare l’importanza del sindacato dei lavoratori dipendenti nel sostenere le imprese pugliesi nel loro percorso di espansione internazionale, aprendo al contempo un dialogo con le logiche lavorative locali giapponesi per trarre vantaggio da significative comparazioni.

Il programma “Business or Pleasure? Puglia” è un’iniziativa volta a promuovere lo sviluppo economico della regione pugliese, favorendo partnership internazionali e agevolando l’export delle imprese locali. Il Segretario Generale Minoia, rappresentante del sindacato, ha sottolineato l’importanza cruciale della collaborazione tra lavoratori, imprese e istituzioni per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro in Italia. Ringrazia il presidente Antonio Barile della Camera di Commercio Italo Orientale e il governo della Regione Puglia, nelle persone del Presidente Michele Emiliano, il vice presidente Raffaele Piemontese e dell’assessore Alessandro Delli Noci, per aver avuto la possibilità di far parte della delegazione.

Durante l’incontro, Minoia ha evidenziato il ruolo fondamentale del sindacato nella costruzione di un ponte tra le esigenze delle imprese e i diritti dei lavoratori. “Il sindacato non è solo una voce per i diritti dei lavoratori, ma anche un partner strategico per le imprese che desiderano espandersi globalmente. Accompagniamo le imprese pugliesi nel loro percorso di internazionalizzazione, assicurandoci che questo si traduca in benefici concreti per i lavoratori italiani”, ha dichiarato Minoia.

L’Ambasciatore Benedetti ha elogiato l’iniziativa e ha sottolineato l’importanza di costruire ponti culturali ed economici tra l’Italia e il Giappone. Ha evidenziato la necessità di comprendere le logiche locali lavorative per facilitare una transizione più fluida per le imprese pugliesi nel mercato giapponese. “È cruciale non solo esportare prodotti, ma anche conoscere e rispettare le dinamiche locali per instaurare rapporti di lunga durata e di successo”, ha dichiarato Benedetti.

La discussione ha toccato vari punti, inclusi gli aspetti normativi, le differenze culturali e le opportunità di collaborazione bilaterale. L’incontro si è concluso con un impegno congiunto per promuovere ulteriormente le relazioni commerciali tra la Puglia e il Giappone, con l’obiettivo di creare un ambiente favorevole per la crescita economica e l’occupazione in entrambi i paesi.

Durante A.M. Cristina




LA CONFIL IN AUDIZIONE PARLAMENTARE, RIFLESSIONI …

Giovedi 8 giugno 2023, la Confederazione Italiana Lavoratori ha concluso il ciclo di audizioni parlamentari nell’ambito della proposta di legge n.835 di iniziativa dell’On. Sasso, recante modifiche agli artt.336 e 341 bis del codice penale per la tutela e la sicurezza del personale scolastico. Presenti il Segretario Generale della Confil, il dott.  Luigi Minoia ed il componente del Direttivo Nazionale, Salvatore Buonamassa. Cariche di pathos le parole iniziali di Minoia: “Non riesco neppure per un attimo ad immaginare un docente offeso, ancor più umiliato nello svolgimento delle sue funzioni. Ho un ricordo troppo elevato di quel luogo, la scuola, considerato quasi sacro dai miei genitori”. Chiaramente condivisibile la proposta di legge sovra-citata, non in virtù, continua durante l’audizione parlamentare Minoia, dell’inasprimento delle pene bensì in vista del miglioramento della tutela della comunità scolastica a 360 gradi, una salvaguardia che parta dalla formazione, dalla prevenzione, dalla tutela infortunistica, dalla gestione delle situazioni di conflitto, per finire verso un miglioramento qualitativo di comunicazione con famiglie e studenti. Minoia, infatti, chiama “in causa” la famiglia, il nucleo primordiale, in quanto i genitori hanno il dovere di educare la persona, mentre la scuola deve formare gli studenti, i cittadini, la classe dirigente del domani. Condivisibile la proposta di istituire un Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza del personale scolastico. Valorizzare socialmente gli insegnanti significa rimettere il docente al centro della società, innanzitutto dal punto di vista culturale ed etico. E, naturalmente, anche economico. A ciò si unisce anche l’investimento finanziario per la formazione e l’orientamento degli insegnanti. Mettere risorse, investire disponibilità economica, significa migliorare e valorizzare la carriera professionale dell’insegnante, soprattutto in virtù del fatto che gli insegnanti della scuola italiana hanno delle retribuzioni tra le più basse in Europa. Uno dei cavalli di battaglia della Confil da tempo!  Buonamassa ha dettagliato, dopo Minoia, la parte più tecnica della proposta di legge.  In ultimo, ma non per ordine di importanza, va ricordato che su iniziativa della Confil, a proposito di tutela infortunistica, l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro è stata ampliata anche agli infortuni in itinere per i docenti.   “La disposizione (di legge) è la migliore condizione per lanciare una stagione di educazione al rischio  sulle quali l’Inail vuole investire e l’istituto ha persino in corso progetti ed interventi con scuole ed università”, queste le parole del direttore generale INAIL Tardiola. Soddisfatto il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Valditara, che parla di una grande novità che va nella direzione dell’impegno, della sicurezza, della serenità dei lavoratori della scuola, delle famiglie e degli studenti, in stretta collaborazione con la Ministra del Lavoro, Calderone. Nel DL Lavoro, vi è stata, infatti, l’introduzione di un Fondo per l’indennizzo dei famigliari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative e durante i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto). La Confil continuerà ad avere progettualità a favore dei lavoratori e della comunità scolastica con una serie di iniziative e proposte.  

DURANTE ANNA MARIA CRISTINA 




Ius Scholae, Valditara: “Una vera inclusione passa dalla conoscenza della lingua e della cultura italiana”

Mentre il dibattito sullo Ius Scholae continua ad animare la scena, il Ministro Valditara ribadisce che questa misura non affronta il nodo centrale dell’integrazione: la conoscenza della lingua e della cultura italiana.

“Una vera inclusione passa dalla conoscenza della lingua italiana”, afferma con convinzione il ministro. Valditara parla di novità, piani di potenziamento dell’apprendimento della lingua italiana; corsi pomeridiani extracurricolari modulati in base al livello di conoscenza degli studenti e la formazione di personale specializzato nell’insegnamento dell’italiano come lingua seconda.

Ma non basta conoscere la lingua, sottolinea Valditara. Per una reale integrazione è fondamentale anche conoscere la storia, i valori e l’identità del Paese che si sceglie come nuova casa, ribadendo l’importanza di trasmettere un senso di appartenenza alla “comunità nazionale straniera”.

L’obiettivo, dunque, non è solo quello di fornire agli studenti stranieri gli strumenti linguistici per comunicare, ma anche di accompagnarli in un percorso di conoscenza e di condivisione dei valori fondanti della società italiana. Un approccio che, nelle intenzioni del Ministro, dovrebbe favorire una reale integrazione, basata non solo sulla convivenza, ma anche sulla conoscenza e sul rispetto reciproco.

DURANTE A.M. CRISTINA




Lavoro, raddoppiate le risorse Inail per la prevenzione

È condivisibile quanto espresso dal Procuratore Generale presso la Corte dei Conti, Pio Silvestri, sull’importanza di rivedere le procedure di finanziamento delle misure di prevenzione per la sicurezza nei luoghi di lavoro.

“È proprio nell’ottica di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per ridurre gli infortuni – dichiara il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone – che abbiamo già raddoppiato, nel bilancio di previsione 2024 dell’Inail, le risorse destinate alla prevenzione rispetto al 2023, per un totale di 1,55 miliardi di euro”.

È noto che gli avanzi di bilancio dell’Inail contribuiscono al mantenimento degli equilibri di finanza pubblica. “Nel rispetto di tali equilibri, la concessione di maggiori margini di autonomia all’Istituto nell’investimento delle proprie risorse consentirebbe – spiega il Presidente dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo – di rafforzare le azioni di formazione e prevenzione, potenziando così le tutele per i lavoratori e le loro famiglie e supportando le imprese nel miglioramento dei livelli di sicurezza”.

È già stato avviato un confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per ottimizzare l’utilizzo delle risorse dell’Inail, con l’obiettivo di potenziare gli strumenti a disposizione di aziende e lavoratori.

MARIA PIA IURLANO




La dibattuta validità del c.d. titolo CLiL

La CONFIL – FILPI in relazione alla dibattuta validità del c. d. Titolo CLIL significa quanto segue: l’ordinanza ministeriale n°88 del 16.05.2024 ha disposto l’aggiornamento delle GPS (2024/2026) prevedendo apposite tabelle dei titoli valutabili per le graduatorie provinciali di I e II fascia per le supplenze del personale docente nella scuola dell’infanzia, primaria e  nella scuola secondaria di primo e secondo grado;  il dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia (ufficio III ambito territoriale di Bari)  ha disposto la pubblicazione delle GPS di I e II fascia della provincia di Bari per i posti comuni e di sostegno di tutti gli ordini di scuola;  il medesimo dirigente nel richiamare la nota-parere n°1276 dell’11.06.2024 del MUR ha decretato che i corsi CLIL erogati dalle Scuole Superiori di Mediazione Linguistica non hanno valore legale e di conseguenza non sarà possibile riconoscere alcun punteggio; sono seguiti molteplici reclami verso la omessa valutazione del suddetto titolo; anche altri uffici scolastici regionali, a seguito della nota-parere sopra-menzionata, stanno procedendo alla decurtazione del punteggio già attribuito, punteggio invece correttamente calcolato nelle precedenti formulazioni delle GPS dell’ultimo decennio;  gli allegati A1, A2, A4, A/7, A/9 e A/10 all’Ordinanza Ministeriale n. 88/2024 al punto B stabiliscono il punteggio per i titoli accademici, professionali e culturali ulteriori rispetto al titolo di accesso, prevedendo a titolo esemplificativo, per l’allegato A/4 e A/7, rispettivamente ai punti B12 ,un punteggio aggiuntivo pari a 6 per “titolo di perfezionamento all’insegnamento in CLIL, conseguito ai sensi dell’art. 14 del DM 249/2010 ovvero titolo di abilitazione all’insegnamento in CLIL in un paese UE”;  al punto B13 è stabilito un punteggio aggiuntivo pari a 3 per certificazione CeClil o certificazione ottenuta a seguito di positiva frequenza dei percorsi di perfezionamento in CLIL di cui al Decreto del Direttore Generale al personale scolastico del 16.04.2012 n°6 o per la positiva frequenza di Corsi di perfezionamento sulla metodologia CLIL della durata pari a 60 CFU, purché congiunti alla certificazione nella relativa lingua straniera di cui al punto B.14 e che la medesima disposizione è prevista per i punti B17 e B18 dell’Allegato A/2, dei punti B19 e B20 dell’allegato A/1 e dei punti B13 E B14 degli allegati A/9 e A/10; con la  nota AOOUSPBA n.31841 del 29-08-2024, l’USP Bari comunica di procedere alla decurtazione dei punteggi in riferimento ai titoli CLIL e CECLIL rilasciati da Enti non universitari: “Si comunica che questo Ufficio ha proceduto a decurtare il punteggio dei candidati inseriti nelle GPS di Bari e BAT che abbiano dichiarato certificazioni CLIL conseguite ai sensi dell’art.14 del D.M. 10 settembre 2010, n. 249, e rilasciate da enti diversi dalle Università, come specificato con apposita nota del MUR prot. n. 11276 del 11.06.24. Non solo. Invitano le istituzioni scolastiche, ad effettuare la decurtazione dei punteggi; tutto ciò comporterà ulteriore confusione ed interpretazione circa la valutazione dei titolo CLIL, demandando ad ogni Istituto la responsabilità sulla decurtazione o meno dei punteggi che, ancora una volta, cambieranno totalmente le posizioni in graduatoria dei candidati, con relativo stravolgimento delle GPS ed attribuzione errata di supplenze; il titolo di perfezionamento all’insegnamento in CLIL ai sensi dell’art.14 del DM 249/2010 è un titolo di abilitazione all’insegnamento che si consegue esclusivamente nelle Università statali e non statali ed al candidato è rilasciato il certificato attestante le acquisite competenze per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera (perciò vale punti 6);  il parere n°11276/2024 reso dal Ministero dell’Università e della Ricerca fa esclusivo riferimento all’ipotesi disciplinata dall’art.14 del DM 249/2010 ovvero ai soli corsi tenuti dalle Università statali e non statali che abilitano all’insegnamento in CLIL, ovvero rilasciano un titolo di abilitazione all’insegnamento in CLIL in un paese UE e contestualmente attribuiscono un punteggio (punti 6); il predetto parere è stato reso considerando solo una delle fattispecie dinanzi elencate: ovvero l’ipotesi disciplinata dall’art.14 del DM 249/2010 (MIUR) che consente e limita l’erogazione di corsi CLIL solo alle Università perché rilascia titoli abilitanti; le considerazioni espresse nel parere, le limitazioni dei corsi alle sole Università, consentono quindi di comprendere che il MUR si sia espresso limitatamente alla materia di sua competenza, ovvero alla sola ipotesi dell’art.14 del DM 249/2010, diversamente sarebbe illegittimo per vari motivi di incompetenza, eccesso di potere, violazione di legge;  la seconda ipotesi in considerazione, fra i titoli valutabili, effettua un distinguo contemplando tre fattispecie: a) certificazione CeClil (Università Ca Foscari di Venezia), b) percorso di perfezionamento in CLIL ai sensi del Decreto 6/2012, c) Corsi di perfezionamento sulla metodologia CLIL.

Pertanto, alla luce di quanto evidenziato, i corsi CLIL a cui si riferisce il PARERE sono quelli che abilitano all’insegnamento in CLIL, ovvero rilasciano un titolo di abilitazione all’insegnamento in CLIL in un paese UE rilasciato esclusivamente da Università statali e non, e attribuiscono un punteggio (titolo valutabile con punti 6 ai sensi del punto B12 della Tabella A/4 allegata all’ordinanza ministeriale 88 del 16.05.2024 di aggiornamento delle GPS); i corsi di perfezionamento sulla metodologia CLIL, di cui alla sopra-richiamata lett.c, previsti quale terza ipotesi dal B13,  non rilasciano titoli abilitanti ma esclusivamente riconoscono crediti formativi (60 CFU) e costituiscono titolo per l’attribuzione di un punteggio (titolo valutabile con punti 3) ove congiunto alla certificazione nella relativa lingua straniera.

Tanto premesso, considerato, ritenuto ed evidenziato, diffida:

1) Il Ministero dell’Istruzione, in persona del Ministro p.t., affinché provveda a riconoscere la validità dei corsi di perfezionamento CLIL erogati dagli enti accreditati come le Scuole Superiore di Mediazione atteso che tali corsi debbono essere inquadrati nella terza fattispecie contemplata dai punti B13, B14, B18 E B20 dei rispettivi allegati dell’OM 88/2024 ovvero quale corso di perfezionamento sulla metodologia CLIL ed essere valutati pari a punti 3.

2) l’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, ambito III territoriale di Bari, a valutare correttamente i corsi di perfezionamento CLIL e ad attribuire il punteggio di 3 punti.

Si auspica che gli istituti scolastici non intervengano sulla valutazione dei titoli CLIL, che la responsabilità di tali azioni sia esclusiva degli Uffici Scolastici Regionali.

È evidente la DISPARITA’ DI TRATTAMENTO tra coloro i quali hanno dichiarato questi titoli negli anni precedenti (nelle GPS 2022-2024, nelle graduatorie interne e nei concorsi) e coloro che li hanno invece dichiarati per il biennio 2024-2026. È evidente anche la disparità di trattamento tra docenti appartenenti a provincie diverse. In alcune provincie, infatti, gli Uffici Scolastici competenti, in assenza di una precisazione da parte del MIM, non hanno ritenuto di procedere alla decurtazione del punteggio.

ESEMPIO RIPORTATO SOTTO:

DOTT. GIUSEPPE D’AMBROSIO




Danno biologico, indennizzi più alti

Ai lavoratori infortunati e tecnopatici per eventi che si siano verificati a partire dal 25 luglio 2000, l’Inail riconosce il pagamento di una somma in capitale, in caso di infortuni o malattie professionali da cui sia derivata una invalidità di grado pari o superiore al 6% e inferiore al 16%, oppure di una rendita nei casi in cui gli eventi abbiano provocato una menomazione di grado pari o superiore al 16%.

Fino ai primi mesi del 2016 gli importi di tali indennizzi non erano soggetti ad alcuna rivalutazione automatica. La legge di stabilità 2016 ha introdotto un meccanismo automatico e annuale di rivalutazione, con effetto dal 1° luglio 2016 sulla base del tasso Istat. Per i primi due anni di debutto della novità, però il tasso di inflazione è risultato negativo e, quindi, non c’è stato esordio.

La prima rivalutazione automatica è avvenuta quindi dal 1° luglio 2018, quando l’Istat ha registrato un tasso di variazione (2016/2017) in misura pari all’1,1%, replicato dal 1° luglio 2019 (variazione 2017/2018 sempre pari all’1,1%). Nell’anno 2019, il Decreto 45/2019, ha approvato una nuova tabella indennizzo danno biologico in capitale, la quale trova applicazione per gli eventi denunciati a decorrere dal 1° gennaio 2019.

 

La rivalutazione poi si è attestata allo 0,5% dal 1° luglio 2020. Dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022 non c’è stata alcuna rivalutazione (perché l’inflazione è risultata negativa); dal 1° luglio 2022 al 30 giugno 2023 la rivalutazione è avvenuta nella misura dell’1,9% per poi passare all’8,4% dal 1° luglio 2023 al 30 giugno 2024.

Ora, per l’anno 2024, l’Istat ha registrato una variazione tra il 2022 e 2023 del 5,4%; pertanto, il Decreto 354/2024 del Ministro del lavoro, sul sito internet del Ministero del Lavoro, approva la rivalutazione degli importi degli indennizzi relativi al danno biologico, con decorrenza 1° luglio 2024. Adesso la parola passa all’Inail che fisserà le modalità di aggiornamento degli importi e di erogazione delle prestazioni.

Durante A. M. Cristina




Pensione anticipata, l’esecutivo pensa all’allungamento della finestra mobile

Mentre l’italiano medio è in vacanza, l’Esecutivo, in vista della prossima Manovra Finanziaria, pensa ad un possibile allungamento della finestra mobile per l’accesso alla pensione anticipata: i tre mesi potrebbero diventare sei o sette.

L’anno nuovo potrebbe vedere una nuova stretta sulle pensioni anticipate. In occasione della presentazione della Legge di Bilancio, attesa per la fine di ottobre in Parlamento, il Governo starebbe esaminando la possibilità di introdurre un allungamento del meccanismo di differimento nell’erogazione del primo rateo pensionistico per la pensione anticipata, quella con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 per le donne, prescindendo l’età anagrafica. Dai tre mesi attuali, l’Esecutivo potrebbe allungarle a sei o sette mesi per risparmiare ulteriori risorse.

Da quest’anno sono state allungate le finestre per Quota 103 definita anche pensione anticipata flessibile, da 3 a 7 mesi per il privato e da 6 a 9 per il pubblico.

Il Governo starebbe studiando ora un allungamento generalizzato per tutti i lavoratori limitato però sempre alle pensioni anticipate (42 anni e 10 mesi di contributi; 41 anni e 10 mesi di contributi le donne): dagli attuali tre mesi si passerebbe a 6/7 mesi (6/9 mesi il pubblico impiego). Escluso, invece, un ricalcolo interamente contributivo della pensione anticipata

L’allungamento non dovrebbe coinvolgere le pensioni di vecchiaia per le quali non è prevista attualmente l’applicazione di alcuna finestra mobile.

Durante A. M. Cristina




Assegno di inclusione

La sottoscrizione del Patto di Servizio Personalizzato (PSP) è fondamentale per l’erogazione dell’Assegno di Inclusione (ADI) ai membri di un nucleo familiare considerati attivabili al lavoro. In assenza di questa sottoscrizione, l’intero nucleo familiare vede sospesa la misura di sostegno economico. Questo chiarimento è stato fornito dal Ministero del Lavoro attraverso una recente FAQ.

Nel caso in cui la sottoscrizione del PSP avvenga in ritardo, è necessario attendere alcuni giorni affinché i sistemi informatici aggiornino le informazioni sul portale SIISL. Una volta effettuato l’aggiornamento, l’erogazione dell’ADI viene ripristinata, includendo anche le mensilità non percepite durante il periodo di sospensione. Questo processo richiede che i componenti interessati abbiano già compilato il Curriculum Vitae e sottoscritto il Patto di Attivazione Digitale (PAD) individuale sul SIISL.

Per accedere e mantenere il beneficio dell’ADI, sono previsti quattro passaggi chiave:

  • Domanda e iscrizione: Presentare la domanda per l’ADI all’INPS tramite procedura online, che comporta l’iscrizione al SIISL e la sottoscrizione del PAD da parte dell’intero nucleo familiare.
  • Valutazione e Patto per l’Inclusione Sociale (PAIS): Entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD, i beneficiari devono partecipare a un primo incontro con i servizi sociali, durante il quale viene effettuata una valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare e viene sottoscritto il PAIS. In questa fase vengono individuati i membri tra i 18 e i 59 anni attivabili al lavoro.
  • Sottoscrizione del PSP: I membri attivabili al lavoro devono, entro 60 giorni dalla valutazione, recarsi presso i Centri per l’Impiego o enti accreditati per sottoscrivere o aggiornare il PSP.
  • Aggiornamento periodico: Ogni 90 giorni, è obbligatorio presentarsi nuovamente presso i Centri per l’Impiego o gli enti accreditati per aggiornare la propria situazione lavorativa e formativa.

Il mancato rispetto di questi obblighi comporta conseguenze significative. In particolare, l’assenza agli appuntamenti previsti per la sottoscrizione o l’aggiornamento del PSP determina la sospensione o, in alcuni casi, la decadenza definitiva dell’ADI per l’intero nucleo familiare. È quindi essenziale rispettare le scadenze e partecipare attivamente ai percorsi di inclusione lavorativa previsti dalla normativa vigente.

Iurlaro Maria Pia




Autonomia ieri e oggi

Il dibattito sulla c. d. “Autonomia Differenziata” porta a cercare le radici di una discussione sulla unitarietà e indivisibilità dello Stato (della Repubblica, art. 5 Costituzione) e il riconoscere e promuovere le autonomie locali. Debacle simile si ebbe anche negli anni 70 con la nascita delle Regioni poi appianata e ormai consolidata come adeguata articolazione dello Stato più vicino ai cittadini proprio per meglio rispondere ai loro bisogni. Il dibattito oggi necessariamente deve avere come presupposto un breve riesame degli ultimi anni.

La Lega da quarant’anni fa battaglie politiche rivolte all’autonomia piena delle Regioni addirittura prevedendo la secessione declamata a gran voce da Bossi.

Si è poi passati alla «devolution» e infine ora all’autonomia «differenziata», che non è necessariamente uguale per tutti e ogni Regione può modellarla a suo gradimento (le materie per cui si chiede la delega possono essere in un numero variabile da zero a 23).

La legge Calderoli è un successo per la Lega, iter già intrapreso dal 1984 con la “battaglia” autonomista.

Ma c’è da ricordare che il centrosinistra non è rimasto a guardare nel corso dei decenni.  Infatti la riforma approvata trova le sue radici nella riforma del titolo V della Costituzione voluta dal centrosinistra nel 2001 con il chiaro intento di evitare la secessione o autonomia spinta e metter in difficoltà l’altro fronte. Una scelta che oggi si è rivelata controproducente.

La Lega nel 2001 con il Berlusconi II smussa i toni. Bossi diventa Ministro per le Riforme istituzionali e la «devolution». La «devolution» insieme al federalismo fiscale, sostenuto da Roberto Calderoli, sembrano soddisfare le attese e mettere in soffitta la secessione.

Prima della nascita del Berlusconi II, nella legislatura precedente, il centrosinistra, con il governo guidato da Giuliano Amato e con il ministro Franco Bassanini, approva appunto la riforma del titolo V della Costituzione, una modifica che contiene un riconoscimento importante: «Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato». Ed è così che nasce, secondo il centrodestra, l’esigenza di individuare una forma di regolamentazione dell’autonomia.

La legge Calderoli deriva da questa Autonomia e rivoluzione della P. A. e della scuola in particolare.

Poi il tema Autonomia rimane congelato per anni. Nel febbraio del 2018 alcuni governatori del Nord, Zaia (Veneto), Roberto Maroni (Lombardia) e Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna) firmano delle pre-intese con il governo Gentiloni. Poi un nuovo stop: la riforma sparisce e rimane in pausa durante il governo Conte I e II ma anche con il governo Draghi.

L’autonomia differenziata riprende slancio solo con la nascita del governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni che affida la delega specifica a Calderoli. Nel febbraio del 2023 il ddl viene approvato dal Consiglio dei ministri. Nel gennaio del 2024 ottiene il via libera del Senato e il 19 giugno è stato approvato in via definitiva dalla Camera.

Si tratta ora di vedere come si potrà sviluppare, come le Regioni potranno utilizzare le deleghe nei limiti costituzionali, come la Corte Costituzionale dovrà affrontare, in caso di eccessi o sviamento, problematiche costituzionali tenendo conto che la Magna Carta assume non solo il riconoscimento ma anche la promozione e lo sviluppo delle Autonomie adeguandone i principi e i metodi della legislazione.

In conclusione, sarà l’effettiva applicazione il vero banco di prova della bontà o meno della Legge di riforma appena approvata.

Giuseppe D’Ambrosio Segretario Nazionale FILPI




La cooperazione nel mondo del lavoro, sicurezza, salute e clima sereno

Il Sistema di Prevenzione e Protezione Aziendale deve essere strutturato in modo tale da ridurre al minimo l’eventualità di infortuni e di malattie professionali. È di fondamentale importanza, la cooperazione di tutti gli attori coinvolti. La direzione dell’azienda deve essere infatti la prima a credere ed a rafforzare il sistema grazie alla collaborazione con il RSPP (responsabile del servizio di prevenzione e protezione), con l’addetto al supporto pratico (ASPP), con il Medico Competente, ed altre figure aziendali.

 

Il ruolo del Medico aziendale, per esempio, nella definizione e nell’attuazione del piano di sorveglianza sanitario, è basilare. Questo professionista ha il compito di fare le valutazioni, ex ante della situazione aziendale, in modo da contribuire a prevenire l’evidenziarsi di dati negativi nella fase di monitoraggio. Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, cooperando con altre figure della sicurezza aziendale, dovrà assicurare una scelta dei dispositivi di protezione adeguati, in linea con la normativa vigente, al fine di prevenire i rischi di danni alla salute, ma dovrà anche far sì che nell’organizzazione, tutti siano a conoscenza di ciò, e quindi inclini al rispetto delle procedure, dai dirigenti all’ultimo lavoratore.

 

Il Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza “gioca” un ruolo chiave, non solo nella vigilanza, ma soprattutto nel coinvolgimento di tutti i lavoratori in virtù di quelle proposte ed iniziative di miglioramento che possono essere sollevate dagli stessi. Non dimenticando la formazione aziendale che consente di acquisire competenze sempre maggiori ed in linea con un mondo in continua evoluzione. In ultimo, ma non in ordine di importanza, l’intervento del sindacato  che rientra, a pieno titolo, in quella scelta “partecipativa” che caratterizza l’azione del sindacalismo italiano. È la cooperazione, la chiave di volta per una maggiore sicurezza, per la salute di tutti e per un clima aziendale sereno e proficuo.

 

Durante A. M. Cristina




Internet e Previdenza

L’avvento di internet ha rivoluzionato il settore previdenziale, trasformando la gestione delle pratiche pensionistiche. In passato, la burocrazia richiedeva lunghe attese e documenti cartacei; oggi, grazie alle piattaforme digitali, i pensionati possono gestire molte operazioni da casa, risparmiando tempo e riducendo lo stress. Le piattaforme online consentono di controllare la posizione contributiva, calcolare la pensione futura e presentare domande di pensionamento.

La digitalizzazione dei documenti facilita la gestione e riduce il rischio di perdita di informazioni. Internet offre anche strumenti di educazione finanziaria, aiutando i pensionati a gestire meglio le loro finanze. Oltre a questi vantaggi, la tecnologia migliora la qualità della vita dei pensionati attraverso opportunità di socializzazione, formazione a distanza e acquisti online. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione alla sicurezza online per proteggersi da truffe e frodi. La rivoluzione digitale ha reso il sistema previdenziale più accessibile e moderno, ma è essenziale continuare a promuovere buone pratiche di sicurezza informatica.

Maria Pia Iurlaro




Nuovi importi dei contributi volontari settore agricolo

L’Inps ha stabilito i nuovi importi dei contributi volontari per i coltivatori diretti, coloni, mezzadri e imprenditori agricoli professionali per il 2024. Questi contributi, pagati settimanalmente, variano in base alle quattro classi di reddito, con importi che vanno da un minimo di 66,67 euro a settimana a un massimo di 120,25 euro. Per chi ha ottenuto l’autorizzazione alla contribuzione volontaria prima del 31 dicembre 1995, l’importo minimo è di 66,74 euro settimanali, mentre per chi l’ha ottenuta dopo tale data è di 79,02 euro.

Anche i contributi volontari per gli agricoli dipendenti aumentano, con un’aliquota contributiva del 30,10% e una retribuzione minima settimanale di 239,44 euro. Per i contributi integrativi volontari, destinati a coprire fino a 270 giornate lavorative, l’aliquota contributiva è sempre del 30,10%. Per i piccoli coloni e i compartecipanti familiari, i contributi integrativi volontari sono determinati sulla base delle retribuzioni medie giornaliere stabilite dal Ministero competente.

Maria Pia Iurlaro