Calendario pagamenti pensioni 2024

Nel 2024, le pensioni erogate dall’Inps saranno pagate il primo giorno bancabile del mese, con l’eccezione del mese di gennaio, che sarà pagato il secondo giorno bancabile.
Il calendario completo dei pagamenti è il seguente:
Gennaio: 3 gennaio
Febbraio: 1 febbraio
Marzo: 1 marzo
Aprile: 2 maggio
Maggio: 2 giugno
Giugno: 2 luglio
Luglio: 1 agosto
Agosto: 1 settembre
Settembre: 2 ottobre
Ottobre: 2 novembre
Novembre: 2 dicembre
Dicembre: 2 gennaio
Per quanto riguarda i pagamenti annuali e semestrali, le regole rimangono le stesse degli anni precedenti. Gli assegni di importo mensile fino al 2% del trattamento minimo sono pagati in rate annuali anticipate, mentre quelli di importo mensile eccedente il 2% e fino al 15% del trattamento minimo sono pagati in rate semestrali anticipate.

Maria Pia Iurlaro




CONFIL, SISTEMA PREVIDENZIALE SOSTENIBILE:UNA CONFERMA PER ATTUARE LA PENSIONE DI GARANZIA

“Il rapporto di Itinerari Previdenziali conferma che il sistema previdenziale italiano è finanziariamente sostenibile: separando previdenza e assistenza i dati mettono in evidenza che nel complesso la spesa pensionistica di natura previdenziale ha una incidenza in riduzione sul Pil, è in linea con la media europea ed è sotto controllo. Questo rafforza la proposta della Confil di istituire una pensione di garanzia per consentire ai lavoratori senza contributi previdenziali al 31 dicembre 1995, che non hanno diritto all’integrazione al minimo, di ricevere una pensione dignitosa. L’attuale sistema previdenziale, tutto contributivo, dà una prospettiva pensionistica molto al di sotto della soglia di povertà a milioni di lavoratori, soprattutto giovani e precari e questo è inaccettabile”.
Così il segretario generale della Confederazione Italiana Lavoratori Luigi Minoia che è intervenuto a Roma al convegno di presentazione dell’undicesimo rapporto sul bilancio del sistema previdenziale italiano svoltosi alla Camera dei Deputati. Nel ricordare che “già oggi l’Inps sta liquidando pensioni di inabilità e assegni di invalidità con importi irrisori anche di 200 euro mensili”, il responsabile Confil sottolinea come “la pensione base di garanzia ha già le coperture finanziarie all’interno del bilancio dell’Inps utilizzando i risparmi ottenuti per la riduzione progressiva del numero delle pensioni integrate al trattamento minimo e della relativa spesa che si aggira sui 400 milioni annui”. La proposta della Confil, per scongiurare le pensioni povere, consiste nel prevedere una pensione base di garanzia, almeno pari all’importo di 780 euro della pensione di cittadinanza, a cui aggiungere la pensione maturata con i contributi versati.
“Per mantenere il sistema previdenziale in equilibrio per il futuro – conclude Minoia – occorrono scelte politiche oculate su mercato del lavoro, modelli produttivi, formazione professionale”.

Durante A. M. Cristina




Riepilogo dei requisiti pensionistici nel 2024

La legge di bilancio 2024 ha introdotto diverse novità in materia di pensioni, con l’obiettivo di ridurre le spese previdenziali e garantire la sostenibilità finanziaria del sistema.

Trattamento di vecchiaia e anticipata

Per il pensionamento di vecchiaia, il requisito anagrafico resta fissato a 67 anni, mentre quello contributivo è di 20 anni.

Per la pensione anticipata, il requisito contributivo resta fissato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, ma viene introdotta una finestra mobile di tre mesi dalla maturazione dei requisiti.

Quota 103

Quota 103, che consente il pensionamento a 62 anni e 41 anni di contributi, resta in vigore anche nel 2024, ma viene depotenziata in diversi aspetti:

Il calcolo della pensione avviene con il sistema contributivo, non più con il misto;
Fino a 67 anni, l’importo massimo della pensione non può eccedere il valore pari a quattro volte il trattamento minimo Inps;
La prestazione decorre decorsi sette mesi dalla maturazione dei requisiti per i lavoratori del settore privato e nove mesi per i lavoratori dipendenti del pubblico impiego.
Ape sociale

L’Ape sociale, che consente il pensionamento anticipato a determinate categorie di lavoratori, viene prorogata anche nel 2024, ma con alcuni cambiamenti:

Il requisito anagrafico sale da 63 anni a 63 anni e 5 mesi;
Vengono cancellate le attività «difficoltose e rischiose» aggiunte due anni fa dalla legge n. 234/2021;
Viene introdotta la piena incumulabilità del trattamento con i redditi di lavoro autonomo e dipendente, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale fino a 5mila euro annui lordi.
Regime Donna

Il Regime Donna, che consente il pensionamento anticipato alle lavoratrici con 61 anni e 35 anni di contributi, viene prorogato anche nel 2024, ma con alcuni cambiamenti:

Il requisito anagrafico sale a 61 anni (un anno in più rispetto allo scorso anno);
Il requisito contributivo è di 35 anni di contributi raggiunti entro il 31 dicembre 2023;
Il requisito anagrafico è ridotto di un anno per ogni figlio entro un massimo di due anni.
Le altre deroghe

Per i lavoratori addetti alle mansioni usuranti e notturne e per i precoci, i requisiti pensionistici rimangono invariati.

Contributivi Puri

Per i lavoratori privi di anzianità assicurativa al 31 dicembre 1995, il trattamento di vecchiaia ordinario si consegue al raggiungimento di 67 anni e 20 anni di contribuzione, a condizione che il rateo pensionistico non sia inferiore a 1 volta il valore dell’assegno sociale. In alternativa, si può optare per il pensionamento a 71 anni di età con 5 anni di contribuzione effettiva.

La pensione anticipata contributiva si consegue a 64 anni di età con 20 anni di contribuzione effettiva, a condizione che il rateo pensionistico non sia inferiore a 3 volte il valore dell’assegno sociale. Per le donne con un figlio il requisito scende a 2,8 volte e si abbassa a 2,6 volte con due o più figli.

Infine, è possibile optare per la pensione anticipata contributiva con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) a prescindere dal rispetto dell’importo soglia.

Armonizzati

Per alcune categorie di lavoratori, restano in vigore requisiti anagrafici e contributivi diversi rispetto alla generalità degli assicurati.

Maria Pia Iurlaro




Ammortizzatori sociali 2024

La legge di bilancio 2024 ha introdotto una serie di novità in materia di ammortizzatori sociali, tra cui:

La proroga in via strutturale dell’ISCRO, l’indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa per i liberi professionisti. L’ISCRO è un contributo a fondo perduto che spetta ai liberi professionisti iscritti alla Gestione separata che hanno subito una riduzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 30% rispetto al periodo pre-crisi. L’importo dell’ISCRO è pari al 25% della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati nei due anni precedenti e non può superare gli 800 euro mensili.
La modifica al calcolo dell’indennità di malattia per la gente di mare. L’indennità di malattia per la gente di mare sarà ora calcolata sulla base del 60% della retribuzione media globale giornaliera percepita dal lavoratore nel mese precedente a quello in cui si è verificato l’evento morboso.
La proroga della CIGS per cessazione dell’attività anche nel 2024. Le imprese che hanno cessato o stiano cessando l’attività produttiva possono accedere, in deroga ai limiti generali di durata vigenti, a un trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) per crisi aziendale finalizzato alla gestione degli esuberi di personale, per un periodo massimo di 12 mesi.
L’innalzamento della misura dell’indennità di congedo parentale per un ulteriore mese. Per i genitori che fruiscono alternativamente del congedo parentale, la legge di bilancio 2024 riconosce un’indennità pari al 60% della retribuzione per un mese ulteriore al primo. Per il solo anno 2024 la misura dell’indennità riconosciuta per il mese ulteriore al primo è pari all’80% della retribuzione.
In particolare, le novità relative al congedo parentale riguardano i lavoratori che terminano, dopo il 31 dicembre 2023, il periodo di congedo di maternità o, in alternativa, di paternità. Per questi lavoratori, l’indennità di congedo parentale per il primo mese è pari all’80% della retribuzione, mentre per il mese ulteriore è pari al 60% (o all’80% per il solo anno 2024).

Maria Pia Iurlaro




Pensioni, Fringe Benefit

I datori di lavoro devono comunicare all’INPS i dati relativi a fringe benefit e stock option erogati ai dipendenti che hanno cessato il lavoro per pensionamento nel corso dell’anno 2023.

L’adempimento è fondamentale per consentire all’INPS di svolgere le attività in qualità di sostituto d’imposta, necessarie per effettuare il conguaglio fiscale.

La comunicazione deve essere effettuata entro il 21 febbraio 2024, esclusivamente attraverso modalità telematiche, utilizzando l’applicazione “Comunicazione Benefit Aziendali”.

I flussi che giungeranno oltre tale termine non saranno oggetto di conguaglio fiscale di fine anno, ma di rettifiche delle certificazioni uniche 2024 (CU). Nelle annotazioni di tali certificazioni, verrà indicato al contribuente l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi.

In particolare, i dati da comunicare all’INPS sono:

I dati anagrafici del lavoratore
Il codice fiscale del lavoratore
Il numero di matricola Inps del lavoratore
Il periodo di riferimento
La tipologia di fringe benefit o stock option
L’importo erogato
L’Inps ha introdotto tale adempimento per garantire un’efficace esecuzione degli adempimenti fiscali da parte dei lavoratori che hanno cessato il rapporto di lavoro con diritto a pensione.

L’innalzamento del limite d’esenzione fiscale per i beni ceduti e i servizi prestati ai dipendenti con figli, passato da 258 a 3.000 euro, ha reso necessario questo adempimento, in quanto tali compensi sono soggetti a conguaglio fiscale.

Per i fringe benefit e le stock option erogati entro il 12 gennaio 2024, si applica il “principio di cassa allargato”, che stabilisce che tali compensi rientrano comunque nel periodo d’imposta precedente (anno 2023).

Maria Pia Iurlaro




Come andare in pensione prima con la “pace contributiva”?

Torna la possibilità di riscattare i periodi di “buco”, ma solo per i lavoratori che ricadono nel sistema “contributivo puro”. L’importo sarà rateizzabile in 10 anni. Cosa prevede la misura?

Nella Legge di Bilancio è stata inserita una norma, già in vigore nel periodo tra il 2019 e il 2021, che permette di riscattare ai fini pensionistici i periodi non lavorati per un massimo di cinque anni. La misura, introdotta in via sperimentale per il biennio 2024-25, è rivolta ai lavoratori che ricadono nel sistema contributivo puro (ovvero hanno iniziato a versare nel 1996), mentre vengono esclusi coloro che ricadono nel sistema misto e in quello retributivo. 

Con la pace contributiva si potranno coprire i periodi in cui il lavoratore non ha maturato i contributi (ad esempio per aspettativa o interruzioni tra un’occupazione e l’altra) mentre per il riscatto della laurea esiste giù una misura ad hoc che può andare anche di pari passo con la nuova misura inserita in manovra.

I periodi di “non lavoro” non devono essere già coperti da contribuzione figurativa (ad esempio nei casi di maternità o disoccupazione), devono essere compresi tra il 1° gennaio del 1996 e il 31 dicembre del 2023 e non devono essere per forza continuativi. Grazie al riscatto dei periodi contributivi “mancanti” si potranno incrementare gli anni di contribuzione (e dunque sarà possibile andare in pensione prima) ma si potrà al contempo aumentare il proprio assegno previdenziale. La cattiva notizia, benché scontata, è che bisognerà pagare. Quanto? Per calcolare il costo bisogna tenere presenti le aliquote di riferimento vigenti nella gestione previdenziale in cui opera il riscatto. Queste sono: lavoratori dipendenti: 33%; lavoratori autonomi: 24%; Gestione Separata Inps: 25,72%. In sostanza, è sufficiente applicare le aliquote alla media del reddito imponibile dei 12 mesi antecedenti la richiesta. Il risultato va poi moltiplicato per gli anni che si vogliono riscattare. L’importo può essere però rateizzato in 120 rate mensili senza interessi e il versamento dà diritto dà diritto alla detrazione fiscale del 50%, ammortizzabile in 5 anni con rate di pari importo. La legge prevede però che, nel caso in cui i contributi da riscatto debbano essere utilizzati per la immediata liquidazione della pensione, non venga prevista la rateizzazione. Per valutare costi e benefici del riscatto è sempre consigliabile rivolgersi ad esperti del settore previdenziale.

Durante A. M. Cristina




Rinnovo Assegno Unico 2024

L’INPS specifica, con l’ultima comunicazione sull’Assegno Unico, che vi è una semplificazione nel rinnovo. Per intenderci, se una famiglia ogni mese ha ricevuto le erogazioni mensili per i figli a carico lo scorso anno, come deve comportarsi dal 2024?

 Come spiega l’INPS con il messaggio n. 15 del 2 gennaio 2024, chi ha già ricevutonormalmente questo sostegno nel 2023,non deve richiederlo per il 2024. Pertanto, per l’anno 2024, si comunica che non è necessario provvedere alla presentazione di una nuova domanda all’Assegno Unico Universale, fermo restando che la domanda già trasmessa all’Istituto non si trovi nello stato di decaduta, revocata, rinunciata o respinta. Chi già beneficia dell’assegno non deve quindi richiederlo per le mensilità del 2024, poiché gli verrà accreditato in modo automatico anche nei prossimi mesi secondo il calendario INPS. E’ importante ricordare che entro il mese di febbraio, la famiglia richieda l’ISEE aggiornato, altrimenti l’importo dell’assegno unico sarà pagato al minimo.

Chi deve fare la domanda? Le cose cambiano invece per chi ancora deve procedere alla richiesta, oppure per le famiglie in cui è presente un nuovo nato o in cui ci sono delle variazioni considerevoli del nucleo familiare o dei requisiti per l’accesso alla misura.

Durante A.M. Cristina




LEGGE DI BILANCIO, DECONTRIBUZIONI

Decontribuzione per mamme lavoratrici, decontribuzione per donne vittime di violenza

Per i periodi di lavoro dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 è riconosciuto un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici pari al 100%, a condizione che siano madri di 3 o più figli e dipendenti a tempo indeterminato. L’agevolazione spetta fino al compimento del 18° anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo di 3.000 euro annui. In via sperimentale, per l’anno 2024, la decontribuzione è riconosciuta anche alle lavoratrici a tempo indeterminato madri di 2 figli, fino al compimento del 10° anno di età di quello più piccolo.

Sempre in merito alla decontribuzione, ai datori di lavoro che, nel triennio 2024-2026, assumano donne disoccupate e beneficiarie del reddito di libertà (RdL) per le vittime di violenza, è riconosciuto un esonero dal versamento dei contributi previdenziali (con esclusione dei premi INAIL) del 100%, nel limite massimo di 8.000 euro annui. In sede di prima applicazione, la decontribuzione opera anche a favore delle donne vittime di violenza che abbiano usufruito del reddito di libertà nel 2023. La durata dell’agevolazione è di 12 mesi in caso di assunzione a termine (anche in somministrazione), che diventano 18 mesi in caso di trasformazione del contratto da tempo determinato ad indeterminato e di 24 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato.

Durante A. M. Cristina




BUONE NOTIZIE PER I PENSIONATI

Dal prossimo cedolino di pensione, in pagamento a gennaio 2024, ci sono pensionati che godranno di un “bonus” che garantirà un aumento dell’importo netto. La ragione sta nella revisione delle aliquote Irpef, con vantaggi per coloro che oggi si trovano tra il secondo e il terzo scaglione di reddito. L’importo lordo della pensione viene quindi distribuito tra le varie fasce, applicando per ognuna la relativa aliquota: su una pensione di 30 mila euro l’anno, quindi, sui primi 15 mila euro si applica un’aliquota del 23%, sui successivi 13 mila (fino a 28 mila) il 25% e sui restanti 2.000 euro il 35%. Il tutto al netto delle detrazioni. Da gennaio 2024, però, le suddette aliquote subiranno una revisione: nel dettaglio, il secondo scaglione verrà equiparato al primo, con un’aliquota comune del 23% fino a 28 mila euro di reddito. Ciò comporterà un risparmio dell’Irpef per il pensionato, con un conseguente aumento della pensione netta (con il lordo che invece aumenterà per effetto della rivalutazione).

Durante A. M. Cristina




Naspi – aggiornamento del reddito presunto

L’INPS ha emesso un messaggio in cui ricorda ai percettori di indennità di disoccupazione NASpI che, se nel 2023 hanno comunicato un reddito presunto diverso da zero, devono comunicare entro il 31 gennaio 2024 il reddito presunto che si percepirà nel 2024.

La comunicazione, che può essere effettuata online con il modello “NaspiCom”, è obbligatoria anche se il reddito presunto per il 2024 è pari a zero. In assenza di comunicazione, l’erogazione della prestazione verrà sospesa a partire dal 31 dicembre 2023.

Invece, i soggetti che hanno comunicato per il 2023 un reddito presunto pari a zero non dovranno comunicare nulla entro il 31 gennaio 2024, ma dovranno farlo se prevedano di produrre per l’anno 2024 un reddito diverso da zero.

I percettori di NASpI che hanno comunicato un reddito presunto diverso da zero nel 2023 devono effettuare la comunicazione del reddito presunto per il 2024 entro il 31 gennaio 2024, anche se il reddito presunto è pari a zero. La mancata comunicazione comporterà la sospensione dell’erogazione della prestazione.

Maria Pia Iurlaro