Quando un lavoratore muore a causa di un infortunio sul lavoro o di una malattia professionale, le conseguenze sono devastanti dal punto di vista umano, ma anche economico per i familiari. In questi casi, lo Stato, attraverso l’INAIL, prevede un sostegno economico, oltre la rendita ai superstiti: si tratta dell’assegno INAIL una tantum in caso di morte. L’importo dell’assegno una tantum non è fisso, viene rivalutato ogni anno dal Ministero del Lavoro in base all’inflazione, cioè alla variazione dei prezzi al consumo. Per il 2025, l’importo è fissato in 12.342,84 euro.
Trattasi di un’indennità non tassata, pensata per coprire le spese immediate legate alla scomparsa del lavoratore. Questo articolo spiega l’obiettivo, a cosa serve, chi ne ha diritto, l’ordine dei destinatari, quali sono i cambiamenti normativi da conoscere, come fare richiesta. L’obiettivo è quello di offrire un supporto economico concreto e immediato per le spese connesse alla dipartita come spese per pratiche amministrative, funerale, trasferimenti. Non è una rendita, non è un risarcimento completo: è un’indennità aggiuntiva pensata per situazioni d’emergenza.
Spieghiamo: L’INAIL stabilisce l’ordine dei destinatari, in base alla relazione con il lavoratore e alla presenza di determinati requisiti. Questo ordine è stato modificato nel tempo per essere più inclusivo e meno vincolato da condizioni che spesso impedivano ai familiari di ottenere quanto di loro spettanza.
L’ordine aggiornato è il seguente:
- Coniuge o parte unita civilmente (anche se separati ma non divorziati);
- In assenza, figli naturali o adottivi;
- In assenza, genitori;
- In assenza, fratelli e sorelle, ma solo se avevano diritto alla rendita ai superstiti;
- In mancanza di tutti i soggetti sopra indicati, chi ha sostenuto le spese legate alla morte del lavoratore (con documentazione da allegare alla richiesta all’INAIL; il rimborso una tantum sarà pari al costo effettivamente sostenuto).
Esempi:
- Caso A: Un operaio muore per esalazione di acido solforico. Lascia una moglie e due figli maggiorenni. L’assegno spetta alla moglie, e in sua assenza, ai figli (anche se non conviventi o economicamente dipendenti).
- Caso B: Un lavoratore muore cadendo da una impalcatura. Non ha moglie né figli. L’assegno può andare ai genitori, anche se non erano a suo carico.
- Caso C: Un edile muore e non lascia parenti prossimi. Il vicino di casa che ha pagato il funerale, può ottenere l’indennità presentando le ricevute.
Dal 1° gennaio 2019 ci sono stati importanti aggiornamenti legislativi che hanno eliminato molti dei requisiti restrittivi, e resa l’indennità più inclusiva. Per esempio, i figli possono ricevere l’assegno perché quest’ultimo non è più subordinato ai limiti di età; gli ascendenti (genitori, nonni) non devono più dimostrare la vivenza a carico; i collaterali (fratelli e sorelle) non devono più dimostrare la vivenza e la convivenza a carico del lavoratore deceduto. Gli aventi diritto possono fare richiesta alla sede INAIL di competenza territoriale tramite pec, tramite gli istituti di patronato, posta ordinaria, sportello diretto INAIL.
Oltre a questa indennità, i familiari possono avere diritto anche a:
- Rendita ai superstiti INAIL (una somma versata mensilmente con particolari criteri di ripartizione ed un calcolo ben definito);
- Danni patrimoniali e non patrimoniali da richiedere in sede civile, anche contro il datore di lavoro, in caso di responsabilità.
L’assegno una tantum INAIL, infatti, non preclude la possibilità di agire civilmente per altri danni subiti.
Durante A. M. Cristina