Anche i contratti brevi meritano rispetto: la svolta del Tribunale di Napoli sui danni da usura psicofisica per superlavoro
Sentenza n. 4811, giugno 2025. Quasi sicuramente questa sentenza non è la fine del problema. Ma è un inizio di tempi migliori per i lavoratori. Che anche un contratto a termine, merita attenzione, rispetto, tutela e risarcimento. Chi ha detto che per sùbire un danno da lavoro serve quasi sempre anzianità di lavoro? La sentenza n. 4811 del Tribunale del lavoro di Napoli segna un cambiamento per tutti i lavoratori, soprattutto quelli a termine, i determinati, spesso dimenticati o ritenuti sacrificabili. Turni impossibili, massacranti, al limite, messaggi WhatsApp che ti stravolgono la giornata, turni stabiliti 12 ore prima. Protagonista della vicenda è una guardia giurata assunta a tempo determinato. Settimane da 70-80 ore, con picco di ben 348, 5 ore di lavoro svolte in un solo mese (ottobre 2021).
Turni di 10-12 ore al giorno. Nessun giorno di riposo. Sabato e domeniche compresi ovviamente.Lavoro anche notturno. Orari comunicati con un messaggio il giorno prima, spesso la notte prima. Impossibile pianificare qualsiasi cosa. L’ambiente di lavoro? Una macchina per macinare esseri umani, un tritacarne. E soprattutto, un ambiente contrario alla Costituzione (art. 32 e art. 36) al Codice Civile (art. 2087) che impone al datore di lavoro l’obbligo di tutela dell’integrità fisica e della personalità morale dei prestatori di lavoro. E’una violazione dello Statuto dei Lavoratori che parla di dignità del lavoratore non come concetto astratto ma lo declina in una serie di norme che mirano alla tutela del medesimo nel suo ambiente di lavoro, garantendogli libertà, integrità fisica e professionalità.In prima battuta, non servono certificati medici. Non serve un perito che dica “sì, ha sviluppato ansia o depressione , malessere”. Basta dimostrare che hai lavorato oltre i limiti legali e contrattuali, senza i necessari riposi, senza riposo mentale, in continua inquietudine, irrequietezza. E’ il danno “in re ipsa”, cioè insito nella condizione stessa di superlavoro.
Il solo fatto di essere sottoposto per settimane o mesi a turni disumani è sufficiente per ottenere un risarcimento. Per troppo tempo si è pensato che i contratti brevi fossero inoffensivi, in senso figurato deboli, mansueti. Come se in pochi mesi non si possa accumulare logoramento. È falsissimo! E finalmente un giudice lo dice chiaro. Ogni contratto, anche il più breve, deve rispettare la dignità del lavoratore. Anche un solo giorno di lavoro non può violare i diritti. Uno dei pilastri della sentenza è questo: non conta se hai accettato quei turni per necessità. Non importa se hai detto “va bene”, “ok” o se hai fatto turni sfibranti, intollerabili, logoranti per arrotondare. La responsabilità è del datore che non ha voluto organizzare il lavoro in modo sano. La tua accettazione non lo solleva. Il lavoratore può accettare mille cose per bisogno. Non stiamo parlando di pretese assurde, ma di diritti costituzionali.
Salute, riposo, dignità. Se li viòlano, non è normale. È fuori legge. Il Tribunale ha riconosciuto 1.500 euro circa di risarcimento. Sicuramente pochi ma è il primo passo. Il giudice ha calcolato la cifra stimando il 30% in più sulle ore lavorate non coperte da adeguato riposo. Altri Tribunali, stanno andando oltre, utilizzano le Tabelle per il danno non patrimoniale, valutando l’impatto sulla vita quotidiana, l’esclusione sociale, la perdita di serenità, l’ansia. Salva i messaggi con i turni, segna le ore lavorate, annota i giorni senza riposo. Documenta. Non aspettare di ammalarti. La legge ti tutela. Il danno è nell’usura, non solo nella malattia. Rivolgiti a un legale esperto in lavoro; rivolgiti ad un sindacato che tutela i diritti dei lavoratori.
Durante A. M. Cristina



